GLI USI (parte quarta).


LA PROCESSIONE DELLA MADONNA ADDOLORATA


Una commovente e quasi straziante cantilena ha fatto lacrimare gli occhi dei tanti testimoni oculari del rientro in chiesa della statua della Madonna Maria SS Addolorata.
Sono all'incirca le sette di sera, sono ai piedi della scalinata della chiesa di S. Stefano nel rione di Carrol Gardens, al mio fianco due personalità di spicco della nostra comunità: il Consultore della regione Puglia Cav. Corrado Manfredi e il Giudice della Corte Suprema Michael Pesce.
Assistiamo impietriti alla scena che si va svolgendo davanti ai nostri occhi: pochi devoti al seguito; le SORELLE allineate senza un ordine preciso sulla scalinata della chiesa; i coraggiosi giovani che, stanchi morti dal lungo ed interminabile cammino fatto, oltre che dall'esuberante peso della statua della Madonna , traballano mentre fermi reggono la statua sulle spalle; i vari rappresentanti comunitari, per la verità non molti, ormai sfiancati dalla lunga processione durata circa cinque ore. Ed ecco che iniziano, dalla bella voce della cantante, le prime note di questo inno alla Madonna che ha riempito l'area antistante la chiesa di tanto sentimento e commozione, caratteristica di queste occasioni.
Se posso essere sincero, devo ammettere che la commozione ha preso tutti i presenti, me compreso; a molti si sono inumiditi gli occhi e qualcuna delle SORELLE ha pianto. Certo è che nessuno di noi, forse anche perché preso da un senso di colpa, ha osato alzare lo sguardo verso l'alto, verso il volto dell'Addolorata.
Chissà, forse piangeva anche Lei.
Una tradizione questa, portata dall'Italia dagli oriundi di Mola di Bari mezzo secolo fa. Ma, come per tutte le cose che si vogliono tanto e, dopo averle avute, pian piano comincia a scemare l'interesse per esse, fino all'abbandono e alla dimenticanza, anche questa tradizione sta perdendo il suo seguito.
Questa purtroppo è la situazione che si e presentata agli occhi degli intervenuti ai festeggiamenti di Maria SS Addolorata dello scorso settembre a Brooklyn.
Non possiamo e non dobbiamo tirare in ballo mille scuse, non possiamo e non dobbiamo dare la colpa a chi organizza, dobbiamo invece convincerci che sta a noi far migliorare la nostra comunità. Noi dell’Idea, con l’appoggio dei nostri lettori, cerchiamo di non far tramontare le nostre tradizioni e la nostra cultura. Ebbene diamo questo stesso appoggio anche alla nostra Patrona, se non altro per rinnovare quella fede che tutti noi proclamiamo.
Sarà certamente necessario fare qualche cambiamento: siamo alle soglie del duemila e bisogna cambiare con i tempi. Sono sicuro che i dirigenti della Società Maria SS Addolorata sapranno captare il desiderio di noi tutti ed adeguare le necessarie modifiche affinché si accontentino le esigenze attuali e sono sicuro che tutto ritornerà a funzionare come in passato.
Chi era presente alla S. Messa, celebrata con lodevole tatto dal nuovo parroco di S. Stefano, Sac. Acciarito, in onore dell'Addolorata, avrà certamente capito l'importanza di queste tradizioni religiose. Le parole del giovane parroco, piene di calore, di entusiasmo ma soprattutto di meraviglia nel vedere tante persone in chiesa in una sola volta, mi hanno riempito d'orgoglio e mi hanno fatto ripromettere di fare il possibile per non mancare, negli anni a venire, a questa manifestazione.
Da più parti ho ascoltato lamentele e suggerimenti: chi diceva che la processione era durata troppo e chi suggeriva di tagliare fuori dal percorso quelle strade dove ormai non risiedono più molesi o italiani; difatti la scarsa partecipazione è dovuta soprattutto al fatto che ormai tanti emigrati hanno abbandonato questa zona di Brooklyn per investire i propri guadagni in zone diverse (ndr. Bensonhurst, Staten Island, New Jersey e Long Island).
Qualcuno ha suggerito di spostare la Madonna in una di queste zone, riducendo le distanze e facilitando l'afflusso verso questa manifestazione. Non da meno la proposta di affittare un parco privato per una domenica, utilizzarlo per una breve processione e una Santa Messa e poi tutti, grandi e piccini divertirsi magari facendo una partita al pallone o una briscola in cinque.
Certo è che l'interesse per far rivivere questa nostra grande tradizione religiosa c'è; dobbiamo soltanto fare un esame di coscienza ed abbandonare il concetto di lasciar fare sempre agli altri. È necessario che scendiamo anche noi in prima linea con la nostra attiva collaborazione.
Non è il primo anno che si lanciano questi suggerimenti, solo che nel passato, il giorno dopo tutto era dimenticato e si rimandava i cambiamenti al prossimo anno. Questa volta invece si deve continuare a parlare ed agire!
Da queste colonne invito i dirigenti del Circolo Maria SS Addolorata ad aprire un dialogo sincero con la comunità, magari organizzando una riunione.
Esorto la nostra comunità a partecipare a questo eventuale incontro con animo sereno, discutendo le varie proposte e di comune accordo riorganizzare questa manifestazione religiosa.
Involontariamente, dopo aver ascoltato la S. Messa, sono stato testimone di una breve ma pungente dichiarazione del presidente del Circolo Giovanni Teutonico. La sua minaccia di dimettersi dalla carica mi ha colpito e voglio confermargli tutta la mia solidarietà per quello che ha fatto in tanti anni per la nostra comunità. Allo stesso tempo mi appello alla sua carica umana e alla sua fede religiosa per indurlo a restare perché si ha bisogno di tutti, ma specialmente di uomini carichi di esperienza come lui.