I MESTIERI (parte seconda).


Continuo la carrellata dei mestieri, che, in epoche non molto remote, erano diffusi e procuravano un sostegno economico non indifferente a tanti nostri paesani.

“U MALAFURBECE” (L’ARROTINO)

Forbici e coltelli sono due utensili di vitale importanza per la sopravvivenza in generale. L’uso di questi attrezzi é molto diffuso in casa. Le nostre massaie ricorrono ad essi in quasi tutte le loro funzioni di cucina; inoltre sono anche usati in quasi tutti i mestieri, dal contadino al marinaio, dal barbiere al sarto ecc. pertanto l’uso continuo porta inevitabilmente al consumo del “TAGLIO”, la parte più importante dell’attrezzo. Con il taglio arrotondato il coltello o la forbice non funziona cosi come dovrebbe; l’affilamento é quindi necessario
Oggigiorno é più facile forse comprarne dei nuovi, si risparmia, anche perché trovare i “MALAFURBECE” non é certo cosa facile.
Negli anni cinquanta, e finanche negli anni sessanta, nel nostro paese si notavano ancora andare in giro per le strade questi artigiani del coltello, che con le loro grida attiravano l’attenzione delle nostre casalinghe, le quali uscivano di casa con i loro attrezzi malandati e li davano al “MALAFURBECE” che azionando i pedali della sua bicicletta faceva girare la pietra affilatrice.
Ricordo che tanti bambini rimanevano affascinati da questa ingegnosa macchina e creavano un cerchio rimanendo a guardare finché “U MALAFURBECE”, finito il suo lavoro, andava via.

“U GALESSIRE SCIARABBALESTE”

Quando le automobili erano un lusso per pochissimi e nel nostro paese si potevano contare come le “mosche bianche”, il mezzo di trasporto più comune era il carro trainato da un cavallo. Questo, principalmente usato dai contadini, era adibito al trasporto del loro prodotto sui mercati di Bari o di altri paesi pugliesi. Si assisteva cosi ad una lunga fila di carri che si avviavano nella notte più profonda verso la loro destinazione.
Nel dialetto paesano si usava dire che andavano a “FORE TERRE”. Durante questi tragitti, i conducenti dei carri, mantenevano il contatto tra di loro con canti popolari.
Il trasporto delle persone avveniva con una carrozza chiamata “SCERABALLE”. Col ricordare questo mestiere, sono andato indietro di circa cinquant’anni e solo i più anziani possono ricordare che questo era un segno di benessere economico per i loro possessori!! Non si può dire la stessa cosa oggi per chi possiede un’automobile.